Che cosa è "In Musica Veritas"?

Che cosa è “In Musica Veritas”?

Perchè ho scelto “In musica veritas”?

Perchè per me la musica è un po’ come il vino. Fare un pieno di musica significa entrare in contatto con te stesso. Solo che al contrario del vino, lo fai in modo sano. La nota sul bicchiere trae nutrimento dal pentagramma fatto da linee che non hanno una fine.

Non puoi nasconderti dietro la razionalità quando ascolti un brano: ti commuove, ti rende malinconico, ti fa gioire, ti fa divertire. Pensate al trasporto emotivo di chi scrive testi e compone musica: credo sia un’esperienza catartica, durante la quale il foglio e l’inchiostro sono i migliori alleati. Insomma, la musica non dice bugie, è sincera. Ti capisce, ti dona conforto, ti aiuta a piangere quando sembra parlare di te, ti accompagna durante i viaggi in auto e durante quelli mentali. Ti entra nelle viscere, si lega ai tuoi organi, ti innerva i muscoli, ti irrora il cuore e unisce le sinapsi. La musica veicola l’introspezione, è terapia.

Quest’arte meravigliosa nasce appena l’uomo scopre la possibilità di produrre rumori con materiali a sua disposizione. Ve lo immaginate l’Homo Erectus che raccoglie semi, denti di animali e noci  per creare dei sonagli? Oppure prende delle zucche vuote e ci mette dentro dei sassolini, creando delle rudimentali percussioni. Ah, poi soffia dentro ossa a fessura o a rami scavati e fa i primi strumenti a fiato. La verità è che non siamo mai riusciti a stare senza musica.

Pensate a quanto abbiamo bisogno di un Inno nazionale da cantare all’unisono? L’inno è amor patrio, è da mano sul cuore, da lacrime sul podio dopo una competizione, da cornice in eventi storici da commemorare. Alcune musiche sono quindi legate a ideali e sono utilizzate affinché si crei un legame emozionale tra chi ascolta e l’ideale stesso che si vuole mettere in risalto.


Il cornamusista Bill Millin in Normandia.

Qualche esempio? Nella Seconda Guerra Mondiale il regime nazista usava la musica di Wagner per incutere terrore, mentre dall’altra parte della barricata c’erano i canti partigiani che infervoravano gli animi; poi c’era Bill Millin che in Normandia, sotto il fuoco tedesco, suonava la sua cornamusa passando tra i soldati inglesi con l’obiettivo di aumentarne la determinazione e l’orgoglio patriottico.

E dove li mettiamo i canti degli agricoltori, dei neri delle piantagioni e delle mondine? Davano sostegno e continuità al lavoro, conferivano ritmicità ai movimenti e a far percepire in maniera minore la fatica fisica.

Le ninnananne e le filastrocche? Il loro andamento infonde  tranquillità e sicurezza al bambino,il quale piomberà in una ronfata degna di nota.

I canti sacri cristiani? Quelli profani degli Sciamani? La voce del Muezzin che invita alla preghiera? La tradizione del Lama Mani che attraverso le canzoni narra parabole buddhiste? La musica sacra e profana, qualsiasi essa sia, induce al raccoglimento ed al misticismo.

E quando guardate un film, quanto è importante l’uso di colonne sonore? Vi ricordate gli archi stridenti di Bernard Herrmann nella soundtrack di “Psycho“, i sintetizzatori baroccheggianti dei Goblin suonati per “Profondo rosso“, oppure  il “Secondo Movimento della Sinfonia N.9” di Beethoven usato da Kubrick in “Arancia Meccanica“? I brani vengono spesso utilizzati per creare suspence, predisporre all’ansia, alla tensione ed al delirio.

Ecco, lo sapevo, mi faccio prendere la mano dall’entusiasmo e divento prolissa. Sarò breve: il mio intento sarà quello di prendervi per mano e di accompagnarvi nei tortuosi sentieri musicali seguendo più o meno un ordine cronologico. Alle volte dovrò fare qualche passo indietro, perchè nello stesso periodo storico è probabile che si sviluppino diversi generi in differenti zone del mondo.  Si parlerà di emozioni, aneddoti, di testi e leggende. Unica regola: leggete il blog con il sottofondo della mia playlist Spotify che troverete all’inizio di ciascun articolo!

Musica è lacrime, brividi, balli sfrenati, catarsi, vagheggio, vinili e cd, tecnica, distrazione, cuore, mente, sentimenti, eternità, storia ed astrazione.

A lei devo molto. A lei devo tutto.