ROCKERS
Ehi, c’è un ragazzo vestito di pelle che ascolta il rock’n’roll di Elvis e cavalca una motocicletta. Si si, è indubbiamente un Rocker!
Come i rivali Mods, anche i Rockers nascono per le medesime motivazioni socio-economiche del dopoguerra.
I Ton-Up Boys degli anni ‘50 rappresentano le radici di questo movimento: i rockers, assimilano il codice vestimentario rockabilly ed il rock’n’roll.
“Ton-up”, nel gergo giovanile, indica il superamento delle 100 miglia orarie: un chiaro riferimento all’uso della motocicletta (Triumph, moto Guzzi, Norton, Vincent, Harley Davidson, e io sbavo ) che, assieme al chiodo ed alla brillantina, rappresenta uno dei simboli principali di questa subcultura.
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Le moto, rigorosamente truccate per renderle più performanti, vengono usate per disputare gare clandestine da un bar all’altro delle città: ed ecco perchè vengono chiamate “cafè racer”.
I rockers si caratterizzano per il loro estremo conservatorismo e proibizionismo: sono contrari all’aborto, all’uso di stupefacenti (per essere più attenti e coscienti alla guida), all’ateismo ed all’immigrazione incontrollata.
I rockers sostengono che la loro sia una cultura autentica, non influenzata dalle logiche globalizzanti di mercato (uno dei motivi per i quali tra Rockers e Mods non scorreva buon sangue).
Pensano che i mod siano dei tossicodipendenti effeminati e snob, mentre i mod pensano che i rockers siano dei buzzurri ignoranti, sporchi sucidi, dei ribelli senza uno scopo che giocano a fare i duretti per moda.
Insomma, da lì a poco, volano coltelli, mazze e ami da pesca cuciti nei risvolti delle giacche. E’ caccia grossa al rocker e al mod.
Il conflitto più conosciuto è quello del 29 marzo 1964 a Clacton, nel periodo pasquale, poi nelle spiagge dell’Inghilterra meridionale, dove molti londinesi passano l’estate, come Margate, Broadstairs e Brighton (ad esempio il 18 e 19 maggio 1964).
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La battaglia di Brighton si vede anche nel film Quadrophenia: i mods aggrediscono i rockers durante un concerto e i cazzotti durano due giorni consecutivi.
Il sociologo Stanley Cohen ha parlato di panico morale: la stampa in quei giorni ha pompato pesante, gonfiando gli eventi, anche perchè all’epoca era abbastanza normale assistervi. Tutto ciò non ha fatto altro che ingigantire e consolidare la rivalità tra le due sottoculture. Eh belin allora, i media ci hanno messo del loro!
Che peccato… La musica e la passione per le due ruote avrebbe potuto accomunarli!