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FANTASTIC NEGRITO

È il 2018 e su Radio Freccia passa “The Duffler”: le prime note vocali del cantante mi riportano alla mente Prince, il folletto di Minneapolis.. un bel registro alto pulito pulito. Ad un certo punto esplode la grinta come una bomba appena fatta brillare. Amore a primo ascolto. Fantastic Negrito ha trafitto il mio cuore con una freccia appena scoccata.

Ieri , grazie agli organizzatori del Balena Festival, ho potuto assistere ad un live di alto livello.

Sale sul palco con la barba di Sly Stone e lo stile Funky anni ’70 (gli avrei rubato volentieri i pantaloni gialli a zampa): sembra un predicatore e noi, umili spettatori, assistiamo alla sua messa gospel ed alla sua gioia di vivere.

Sul palco questo cantante eclettico e bizzarro balla, si muove a scatti, salta a mo’ di rana, porta quasi a termine delle spaccate. Se mi muovessi così anche io, andrei in ortopedia un giorno si e l’altro pure. Interagisce con il pubblico facendo un po’ di battute, lancia il suo asciugamano sulle prime file dopo essersi asciugato fiotti di sudore sulla fronte e dice che è bello intriso zeppo di Covid. Ci fa sorridere, ballare e rimaniamo attoniti quando gli strumenti abbassano i volumi, mettendo in risalto quella voce che potrebbe bastarsi da sé.

Sembra felice come un bimbo. E pensare che quel bimbo a 12 anni è scappato di casa senza incontrare mai più i genitori. Cerca di colmare il vuoto con la musica: si butta a capofitto nelle 7 note, diventa un polistrumentista ed un cantante fenomenale. Tira degli acuti da eunuco ed un attimo dopo canta di pancia e “graffia” come James Brown. Passa da un registro all’altro in un batter d’occhio, come se fosse un gioco da pivelli.

Nel 1995 stipula un contratto con una major, pubblica l’album “X Factor” a nome di Xavier (suo nome di battesimo). Flop pazzesco. Nel 2000 è vittima di un incidente stradale, rimane in coma per un mese ed al suo risveglio scopre di avere entrambe le braccia paralizzate. Inizia la riabilitazione e nel contempo si stabilisce in campagna dove coltiva marijuana, in seguito distribuita legalmente in California. Apre il suo loft, il BINGO, a Los Angeles, dove si tengono performance di body painting, dj set, concerti jazz e punk, tutto durante la stessa serata. Un posto aperto a tutti, anche a chi non avesse soldi, dove chiunque potesse avere il diritto di accedere alla cultura underground.

Dopo anni di riabilitazione alle braccia e alle gambe e la paternità, nel 2017 Xavier Dphrepaulezz risorge dalle sue ceneri come un’araba fenice. Inizia un’altra esistenza. Ora si fa chiamare Fantastic Negrito ed ha vinto 3 Grammy Awards, uno per ciascun album pubblicato.

L’ultimo, uscito il 3 Giugno 2022, si chiama  “White Jesus Black Problems” ed è un cocktail che shakera Soul, Funk, R&B, Gospel e R’n’R. Il Moog e l’organo transistor Yamaha degli anni ’60 la fanno da padroni: ne esce fuori un prodotto spaziale, tra suoni incredibilmente vintage e temi sociali trattati con estrema verità.

La vicenda al centro di questo disco nasce da un click dell’artista fatto su Ancestry.com per avere qualche notizia in più riguardo le sue origini. Scopre che il papà gli ha raccontato un sacco di baggianate, che aveva un’altra famiglia e che il cognome di Xavier (Dphrepaulezz) era frutto della sua fantasia malata. Come i pazzi.

Perchè ha inventato tutto questo? Fantastic Negrito si è dato una risposta: “White Jesus Black Problems”. Grazie alle sue ricerche scopre di essere discendente di afroamericani liberi. Risale fino ad una relazione clandestina nata nella Virginia coloniale del XVIII secolo, tra una serva a contratto bianca di origini scozzesi ed un uomo nero ridotto in schiavitù.

Quella di Fantastic Negrito dunque è una storia nata dalla libertà, dall’amore e dal coraggio. Da queste vicissitudini nasce un album pazzesco. In “You Better Have a Gun” , Fantastic Negrito dice:

“You better have a gun, Living in the land of God”

… meglio che tu abbia una pistola se vivi nella terra di Dio. Non serve una scienza per capire a cosa si riferisca. In “Highest Bidder” parla del potere dei soldi, con i quali ormai puoi comprare qualsiasi cosa esercitando il tuo potere. La traccia più impattante è senza ombra di dubbio “They Go Low” in cui l’artista, senza girarci tanto intorno, denuncia i ricchi che opprimono i poveri, ma al tempo stesso infonde speranza cantando di amore e resistenza.

Questi valori vengono cantati, ma anche messi in pratica. Xavier, infatti, ha creato una Fattoria Urbana, la “Revolution Plantation”, una sorta di comunità in cui ci si prende cura della terra, per gli afroamericani simbolo di un trauma difficile da cancellare.

Il progetto vuole ridare dignità a questo elemento unendo le persone: viene allestito un mercato in cui si vendono i propri prodotti senza pagare lo spazio occupato nella fattoria, in modo tale che il guadagno possa entrare direttamente nelle tasche di chi lavora, per poterlo poi reinvestire ad esempio nella cura dei propri figli. L’obiettivo è dunque quello dell’autodeterminazione. Il suo scopo non è quello di mettersi in mostra sui social, pubblicando foto di mani sporche di terra, di lui che accarezza animali da fattoria (come qualche finto artista italiano osa fare).

Quella è roba da radical chic. Lui invece è un Rivoluzionario Chic.

Genova ieri sera ha avuto l’occasione di ospitare un artista a tutto tondo, uno che ce l’ha fatta perseverando e non perdendosi mai d’animo.

Lunga vita ai Fantastic Negrito del mondo, veri esempi da seguire.

Qui di seguito il video della canzone che mi ha fatto innamorare di lui: “The Duffler”… BUON ASCOLTO!

4 thoughts on “FANTASTIC NEGRITO

  1. Uno dei migliori concerti a cui ho avuto la fortuna di assistere. La carica di Fantastic Negrito e della sua band è sbalorditiva, coinvolgente e spettacolare.
    Un grande artista e un grande uomo. Grazie Giu che mi hai fatto scoprire un sacco di curiosità e chicche sul suo conto

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